Il re anziano, patologicamente malato, è incapace di accettare la propria fine.
Di lui, però, oggi non ci occupiamo.
Tutt'intorno viene osservato con cupidigia famelica da uno stuolo di pagliacci, nani, prostitute e servi.
L'esercito dei questuanti scruta in attesa di qualche disattenzione:
rubare un brandello in più o raccogliere briciole che inavvertitamente cadano dai lauti pasti del signore.
Alla corte del monarca lo spettacolo è diventato grottesco: chi pensa di scaricarlo sperando comunque di poter ottenere ancora qualche privilegio.
Chi lo deruba di nascosto.
Chi lo deride.
Chi lo ammira stoicamente.
Chi lo svergogna ma poi si pente perché è stato scoperto.
Chi è pagato per difenderlo sempre e comunque.
E' difficile per questa marea di parassiti interpretare con attenzione il momento storico.
E' un tracollo imminente oppure resterà ancora in sella per qualche giorno od anno ?
La barca affonda, più o meno velocemente, ma i topi cosa devono fare?
Infatti il vero problema in questa tragedia è il tempo: il tracollo è definitivo, il re è stato battuto. Forse dagli uomini, più ragionevolmente da un tempo che pretende il pagamento del dazio.
Ma quanto ci vorrà per vederlo spogliato degli allori?
Quanto tempo ancora per smettere di godere delle sue briciole?
Non è sempre facile essere un servo.
E infine, lontano dal centro del potere, nella periferia della periferia di un impero mai esistito ma già decadente, abbiamo loro: gli elettori.
Quelli che, non importa quanto ormai tutto sembri fuori da ogni logica, continueranno a sostenerlo.
Sempre e comunque.
Ciechi e sordi ad ogni ipotesi prolungheranno la propria agonia mendace ripetendosi lo stesso mantra di sempre: "il presidente è innocente e bisogna lasciarlo lavorare".
Per loro la situazione non è certo migliore se confrontata con quella del sovrano: si sono raccontati per anni che era tutto un complotto.
Ogni giorno hanno dovuto ingoiare qualche folle dichiarazione, qualche gesto solo apparentemente inspiegabile, qualche battuta incredibile.
Azioni che a loro non sarebbero mai state perdonate hanno trovato assoluzioni aprioristiche e contestuali.
I miracoli attesi non sono arrivati e sono stati giustificati con ogni scusa possibile.
E tutto questo ogni santo giorno.
Mentre altri prendevano in giro il loro signore e padrone.
Ogni giorno costretti a spostare l'asticella del tollerabile e del credibile un pochino più in alto.
Sono loro che, legati a doppio filo al monarca, dieci anni addietro avrebbero avuto ben altre reazioni su quanto accaduto negli ultimi due anni. Su quanto banalmente, per fare un semplice esempio, sarebbe potuto accadere alle loro figlie.
Ma sono stati dolcemente condotti, passo dopo passo, verso il baratro.
E adesso ancora faticano ad accettare la fine.
Questa storia, questi elettori, mi ricordano la vicenda delle rane bollite.
"Se una rana viene gettata su una pentola d'acqua bollente reagisce prontamente balzando fuori con un gran salto al solo contatto delle sue zampe col calore. Ma: se mettiamo una rana in acqua tiepida e poi scaldiamo la pentola gradatamente, l'animale non si accorgerà del variare della temperatura e, senza reagire, finirà bollito"
Alla fine…
Un imbonitore è diventato re e la colpa è anche nostra.
Ma non è un grande imbonitore, non vale la pena concedergli neanche questo privilegio e non è il caso di cercare scuse.
"Beati monoculi in terra coecorum"
Come dire che in una terra di ciechi gli orbi sono re.
P.S. potrei incollare decine di spezzoni di intercettazioni.
380 pagine circa che disegnano un quadro desolante di una realtà ancor più desolante.
Ma non è il caso.
Possono essere cercate "liberamente" su internet.
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