11 maggio 2010.
Milano, mattina.
Questa mattina vado a lavoro pensando ai fatti miei.
Nel tragitto passo davanti a un’edicola e getto uno sguardo alle riviste in evidenza.
Resto colpito dal titolo del giornale più in vista.
"Milano in mano ai clandestini. Sono gli autori di 8 reati su 10"
Elaboro in fretta il significato del messaggio. Sono incredulo ma procedo oltre.
Faccio qualche passo. Non ci riesco.
Mi fermo e torno indietro.
Mi avvicino circospetto alla pila di giornali, quasi fossi in procinto di comprare una rivista porno (scelta questa che mi avrebbe provocato molto meno imbarazzo).
Arrivo al giornale in questione.
CRONACA QUI.
Una fascetta trasversale mi avverte che il prezzo della conoscenza è di soli 30 centesimi.
Nell’era di internet la divulgazione del sapere costa relativamente poco.
Rileggo il titolone principale:
"Milano in mano ai clandestini. Sono gli autori di 8 reati su 10"
Con la memoria cerco in fretta di tornare ai dati che ho letto, spulciando ovunque: non mi sembra di ricordare che fossero queste le proporzioni.
Neanche lontanamente.
8 crimini su 10 sono commessi da clandestini?
Può essere?
Non mi pare. E’ estremo.
Radicale.
Ma forse sbaglio.
Cerco di capire se, almeno in prima pagina, sia possibile ottenere informazioni più precise.
Niente.
Tranne un editoriale a fondo pagina.
"Il borghese: la verità sta nei numeri."
I numeri. Niente opinioni ma numeri.
Io sono vulnerabile ai numeri.
I numeri.
Sono come la kriptonite per Superman.
Datemi delle statistiche e mi metterete alla prova.
Mi metterete in crisi.
Sento crescere il disagio.
Prendo un euro.
Lo passo al giornalaio che mi lascia il resto mentro io, furtivo, mi allontano dal luogo del misfatto.
Infilo la rivista sotto il giaccone e continuo il mio percorso verso il lavoro.
Purtroppo però il danno è fatto.
Una volta arrivato accendo il computer e intanto comincio febbrilmente a scorrere le pagine.
Negli articoli inseguo le frasi, le interpreto, le seziono parola per parola.
Immagino già che dovrò cercare ovunque dati che smentiscano o confermino.
Inizio con l’editoriale, quello che mi avvertiva che è tutta una questione di numeri.
E arriva il primo attimo di smarrimento.
Non parla dei numeri dei reati.
Non tira fuori neanche un numero sui reati presunti commessi da extracomunitari e, men che meno, uno sui reati commessi da clandestini.
Parla del buonismo.
Della Moratti.
Del numero di stranieri in italia.
Ma non dice ASSOLUTAMENTE NIENTE DEL NUMERO DEI REATI.
Bella forza questa "verità nei numeri".
Intanto mi rendo conto che le prime quattro pagine di questo giornale sono esemplari.
I seguenti riferimenti sono tutti titoli, dove non specificato diversamente.
Pagina 2: Boom di irregolari, sono 500 mila. "In 5 mesi 300 arresti".
Pagina 2: Adesso evitiamo le Banlieu. (Maroni)
Pagina 3: "I clandestini di solito sono delinquenti." Bufera sulla Moratti.
Pagina 3: estratto di un editoriale–>"ce la si pone davanti a centinaia di alias di zingare specializzate in borseggi o imbrogli"
Pagina 4: Stupra per mesi la sua ex: Ecuadoriano in carcere.
Pagina 4: Salvadoregno accoltellato fuori dall disco. (Il giovane è stato accoltellato da alcuni connazionali. Forse un regolamento tra bande di "latinos")
Pagina 4: Botte ai cassieri del supermarket: due albanesi finiscono in manette.
Intanto…pur non trovando i dati che sto cercando realizzo che se dovessimo seguire le prime pagine di "cronaca qui" allora i si dovrebbe parlare di un 10 su 10 a carico di clandestini o extracomunitari.
Non di 8 su 10.
Perché nelle prime quattro pagine del giornale non si parla d’altro.
Se non sei italiano devi per forza essere un criminale.
Torno a concentrarmi sul motivo del contendere.
A pagina due, all’improvviso, trovo quello che cerco.
"(…)A Milano -aveva dichiarato il capo della polizia Manganelli- e nelle città del Nord gli autori di otto reati su dieci COMMESSI DA EXTRACOMUNITARI SONO CLANDESTINI(…)"
Rileggo.
Ancora una volta.
Poi ancora.
Aspetto che arrivi un mio collega e gli chiedo un confronto poiché la questione mi sembra talmente ovvia che forse qualcosa mi è sfuggito.
Eppure è così.
Secondo il capo della polizia ALL’INTERNO DEL NUMERO DI REATI COMMESSI DA EXTRACOMUNITARI LA GRANDE MAGGIORANZA DI TALI ATTI CRIMINOSI PUO’ ESSERE ASCRITTA AI CLANDESTINI.
Non è una sfumatura diversa.
E’ un intero concetto cardine ad essere completamente stravolto.
Questo non è cattivo giornalismo: è una menzogna.
Inoltre, anche se è solo un corollario, dire che Milano "è in mano" ai clandestini è un tentativo di farci capire che abbiamo crimini ad ogni angolo di strada (lasciando perdere per un attimo la nazionalità dei criminali).
E’ così?
"In 5 mesi 300 arresti" questo viene dichiarato.
Sono tanti?
Io non lo so.
Allora vado a cercare sul sito della prefettura di Milano.
Se vedo queste benedette statistiche scopro che in realtà 300 arresti in 5 mesi non sono certo un risultato incredibile.
Al contrario.
Se controllo le statistiche sui crimini a Milano vedo che non ci sono drammatiche impennate registrate negli ultimi anni.
(ovviamente sarebbe accorto segnalare che i trend vadano distinti per tipo di crimine)
Ma anche i crimini in aumento non segnalano trend in alcun modo drammatici.
Chomsky (insieme ad Herman) riferendosi alla capacità dei media di guidare le opinioni dei lettori/spettatori secondo le volontà degli inserzionisti parlava di una vera e propria"fabbrica del consenso".
In questo caso non troverei fuori luogo parlare di "fabbrica del razzismo".
Cambiano i fomentatori (solo in parte) ma il risultato ottenuto, manipolando (o celando) le informazioni, resta comunque l’indirizzamento dei lettori.
Cerco di dire che gli extracomunitari non delinquono?
Cerco di dire che il tasso di criminalità è nella norma?
No, non è su questo mi volevo concentrare.
Cerco di dire che si deve discutere dei dati reali.
http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1141/CRIM_ANNI_2004_2005_2006_2007_2008.doc
http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1141/DEN_ARR_ANNI_2004_2005_2006_2007_2008.doc
Sono dati comunque che meritano attente riflessioni.
Devono essere capiti e, in seguito, interpretati.
Vanno lette le cause.
E il non segnalato deve ritagliarsi un posto importante in queste considerazioni.
Tutta una serie di valutazioni estremamente complesse.
Questo non è un tentativo di entrare nel merito delle desolanti affermazioni della Moratti.
E’ solo la constatazione che la chiacchera da bar è assurta al ruolo di verità assoluta.
Qualcuno ha detto che, con le parole della Moratti, è stato sconfitto il "buonismo da salotto"
Questo non è un modo per sconfiggere il buonismo.
E’ semplice razzismo.
Almeno, consoliamoci, è facile da vedere
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