Inizialmente ho pensato a una presa in giro.
Non riuscivo a crederci.
Soltano una persona dotata di immenso coraggio avrebbe potuto ideare qualcosa di simile.
Mentre stavo camminando mi sono imbattuto in questa piccola opera d’arte.
Sono restato inebetito alcuni secondi davanti al cartello…ho mormorato parole prive di senso.
Devo essere sembrato un pazzo in quegli attimi ma davvero lo scollamento tra logica e realtà è risultato troppo ampio per non procurarmi sgomento.
Il fatto: un cartellone, tra molti, con una foto e poche righe di propaganda pro-expo2015 che parlano di povertà (legame ovvio direi!).
Il contesto: una delle strade principali di Milano, forse la più frequentata dai turisti.
La forma del messaggio e la sua sostanza: numerosi cartelli che cercano di dirci, con concetti decisamente confusi, che dobbiamo sostenere l’EXPO perchè così combattiamo la povertà. Nel mondo.
Tra tutte le motivazioni usate fino a questo momento per giustificare la progressiva cementificazione di Milano mancava davvero quella che avrebbe virtualmente unito in solo abbraccio il mondo occidentale e tutti i poveri bambini sparsi su questa terra. Immagino l’impazienza di questi affamati e tristi fanciulli desiderosi di vedere realizzate tutte le opere previste per l’EXPO di Milano.
Avrebbero potuto coniare qualche slogan tipo "un tozzo di pane ed un chilo di cemento" oppure "cementiamo per combattere la fame".
Riesco già a figurarmi un immaginario dialogo tra Idris e Gabriel, da qualche parte, in qualche stato dimenticato in Africa.
Idris: "Secondo te arriveremo al prossimo mese?"
Gabriel: "Spero di si, tutto dipende dall’EXPO"
Idris: "Hai ragione da vendere, ma so che da quelle parti la Moratti e Stanca stanno combattendo una battaglia senza quartiere per aiutarci. L’EXPO cambierà le nostre vite."
Gabriel: "Si, ho sentito dire da Amina che il microcredito messo in atto per l’EXPO (questa è vera, giuro) ci salverà".
Idris: "Speriamo di campare abbastanza per poterlo vedere"
Va bene, ho cinicamente divagato.
Torniamo al cartello.
Un cartello che abbia come titolo "THE DIGNITY OF POVERTY" potrebbe essere molte cose.
Certo che, se la parola successiva risulta essere "EXPO 2015", probabilmente il numero di opzioni interpretative possibili si restringe alle sole versioni parodistiche.
E se il cartello si conclude con LUCIO STANCA come firmatario allora il dubbio di una presa in giro diventa quasi certezza.
Ma chi è Lucio Stanca?
Alcuni sicuramente lo ricordano ma giova rinfrescare la memoria.
Oltre che benefattore dalla francescana morale Lucio Stanca è diventato una sorta di leggenda.
Gli internauti lo ricordano con affetto poichè il know-how tecnologico del quale è dotato gli ha permesso di regalarci una pietra miliare nella storia della navigazione online.
Andiamo con ordine però.
Stanca è stato un dirigente IBM.
Adesso, tra le altre cose, è un parlamentare.
E’ stato ministro per l’innovazione e le tecnologie con Berlusconi (governo 2001-2006).
Tra i meno compresi direi… al punto che era tra i cinque meno apprezzati ministri di tutto il governo (appena sopra il 10% secondo Datamedia)
A lui si deve uno dei più bei siti mai apparsi su internet: ITALIA.IT
Il costo?
70 milioni di euro totali per uno sito di una bruttezza che in molti, ai tempi, definirono imbarazzante.
"Fin dall’inizio, suscitò parecchie polemiche per le notevole quantità di errori e bug di vario tipo presenti in esso: sito poco attraente e poco navigabile"
Certo 70 milioni di euro per un sito non sono necessariamente troppi. Potrebbe magari essere il "sito di tutti i siti".
Peccato che "a fomentare ulteriormente le polemiche sopraggiunse il fatto che un privato, di nome Marco Pugliese, una volta ottenuto l’accesso al codice del sito, lo ristrutturò per intero da solo in una settimana rendendolo molto più funzionale dell’originale"
La sua consulenza quanto sarebbe potuta costare per una settimana?
100.000 euro?
200.000?
Confrontate con i 70 milioni precedentemente spesi…
Per questo straordinario esempio di italica virtù Stanca ebbe anche la lungimirante idea di inviare a 16 milioni di famiglie un opuscolo informativo.
Ovviamente la realizzazione del sito venne in parte affidata all’IBM, ma sarebbe troppo facile permettersi illazioni a riguardo.
Adesso Stanca cosa fa?
Semplice: amministratore delegato EXPO 2015 (e nei momenti di pausa combatte la povertà nel mondo)(e nei momenti di pausa anche parlamentare).
Talmente in prima linea nella battaglia contro le ingiustizie che, nel maggio 2009, è tornato alla ribalta pretendendo una sede per i suoi uffici nel centro di Milano.
Gratis.
E se non l’avesse avuta "si sarebbe dimesso".
Sempre dalla parte dei deboli.
Essendo davvero in trincea per combattere contro la mal distribuzione dei beni Stanca ha giustamente pensato che fosse opportuno richiedere uno stipendio in linea con le sue capacità.
A fronte di una prima richiesta di 750.000 euro scelse di ridursi lo stipendio a soli 450.000 euro (dei quali circa 130.000 variabili)
Inoltre essendo anche parlamentare del PDL avrebbe continuato a percepire il suo magro compenso statale (circa 13.000 mensili).
Qualche cuor di leone del PD ebbe la malaugurata idea di sollevare dei dubbi sulla compatibilità, teorica e pratica, delle due cariche.
(l’articolo 3 legge 1261/1965 vieta di percepire due stipendi).
Per molti italiani l’ipotesi di ricoprire ruoli come quello del parlamentare sarebbe sufficiente motivo di preoccupazione: curare l’interesse di 60 milioni di persone è un mestiere che richiede dedizione e che comunque dovrebbe occuparti ogni ora, minuto o secondo della giornata.
A meno che tu non sia Stanca.
Il quale, democraticamente, seppe come rispondere alle critiche mossegli:
"Il mio doppio stipendio? Rispondo al PDL non a repubblica".
Sarebbe stato delicato ed apprezzabile se avesse pensato di risponderne prima di tutto ai cittadini ma non importa…
In ogni caso avrebbe zittito con i fatti chi malignava sulla qualità del lavoro svolto in parlamento.
O all’EXPO.
E infatti Stanca, inabile all’ipotesi di deluderci, diede una volta di più mostra delle sue capacità:
"lo scorso ottobre il tasso di assenze di Stanca in parlamento è stato del 95,78 per cento."
Un notevole record.
Il suo nome è anche finito nell’elenco dei deputati Pdl da "richiamare all’ordine" per l’assenza ingiustificata del 2 ottobre, quando il governo ha rischiato di essere battuto sullo scudo fiscale. Il sito di approfondimento Openpolis, misurando la sua "attività parlamentare", lo classifica al 581esimo posto (su 630 deputati).
Questo è Stanca.
Questo è molto altro ancora.
Un uomo che non si fa problemi a prendere 400.000 euro di stipendio l’anno per far male un lavoro e prenderne altri 13.000 al mese per NON FARNE UN ALTRO…
Uno che nel percorso di questa repubblica non ricorderemo certo per i successi raggiunti
bene, quest’uomo appone la firma ad uno slogan come THE DIGNITY OF POVERTY.
Vecchi adagi letterari recitano che se menti abbastanza a lungo farai in modo che la menzogna assurga a verità.
E se menti in modo manifesto sarai ancora meno attaccabile.
Ma poi mi sono detto, memore della grande esperienza di Italia.it, che forse quel geniaccio di Stanca ne aveva fatta un’altra delle sue.
Insomma..quasi un refuso: il cartello in principio non doveva recitare The Dignity of poverty
ma POVERTY OF DIGNITY.
Altrimenti non si potrebbe spiegare.
Nota 1: In questa gara di solidarietà abbiamo ovviamente anche la Moratti (come è possibile vedere dalla foto seguente nella quale si mostra tanto a suo agio) ma la lasciamo per la prossima volta.
Nota 2: Idris e Gabriel non ne abbiano a male. Loro esistono davvero. Se il dialogo immaginario è parso insultante (e non era mia intenzione) allora immaginate che effetto possano avere certe parole se dette da gente come Stanca.
Nota 3: scusate se insisto… ma è davvero notevole. Stanca e la Moratti con i loro bei faccioni, su un cartello con sopra scritto The Dignity of Poverty. A suo modo è davvero straordinario pensare cosa si possa produrre con un pessimo pubblicitario. E con certi testimonial.
Nota 4: in relazione al questione microcredito/expo va comunque detto che a parole non si lesina su nulla. Quanto ai fatti…resta tutto da vedere.
Un po’ come questi cartelli.
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