E' stata una grande mattinata.
Mi sono svegliato presto e, con la mente, sono subito andato a Torino.
Ho acceso il televisore e mi sono collegato a internet.
Prima ho guardato sul televideo.
Poi sulla rete.
Ho verificato.
Ancora e ancora, per esserne certo.
In stato febbrile ho controllato il risultato del referendum/ricatto.
E' successo l'incredibile.
Hanno vinto i NO.
Il 54% degli operai di Mirafiori si è rifiutato di sottoscrivere l'accordo firmato da sigle
sindacali prone al desiderio di Marchionne. Il 54% degli operai ha preferito dire: "Fottetevi: se volete toglierci il lavoro fatelo pure ma scordatevi di rubarci anche la dignità."
Quel 54% corrisponde a circa 2700 votanti.
2700 votanti.
2700 lucidi, coraggiosi folli che si sono fatti carico delle speranze di tanti altri italiani che da lontano si saranno certamente chiesti "Io cosa farei al posto loro? Io cosa voterei? Sarei disposto a perdere tutto?"
A me è accaduto, insieme a tanti altri che conosco, di chiedermi come mi sarei comportato.
La risposta non ha valore. Almeno la mia.
Probabilmente alcuni di loro, nei giorni scorsi, sono tornati a casa, hanno compiuto i soliti gesti di sempre, si sono coricati e prima di dormire si sono chiesti, magari osservando in silenzio i propri cari, se valesse la pena mettere tutto a repentaglio per motivi così intangibili.
Esagero?
No, non credo proprio.
Parliamo di persone a cui è stato detto: "Ehi, vota pure no. Ma se alla fine vincerete allora sappiate che finirete senza lavoro."
Qualcuno, la cui faccia assume contorni fisici sempre più simili a quelli di un deretano, si è sforzato di definire tutto questo un referendum.
Ma non è così: se questa vicenda fosse stata vista a distanza, se per esempio avessimo letto di tutto questo in una nazione tipo la Cina, definire il referendum "ricatto" sarebbe stato del tutto automatico.
2700 persone che hanno rifiutato una simile scelta restano comunque 2700 persone di troppo.
Anche 1 solo voto per il no è stato un voto di troppo.
E questo perché a nessuno di loro doveva essere imposto il peso di una simile falsa scelta solo per referenziare il desiderio di gloria di un industriale e di un gruppo di politici senza scrupoli.
…ma divago.
Divago per gioia.
Dicevo.
Questa mattina…
Mi sono svegliato ed ho scoperto che ci sono operai che, non importa cosa si possa raccontare loro, non importa quanto possano aver studiato, alla fine sono stati capaci di leggere la storia e la realtà che li circonda meglio di chiunque altro.
Meglio della gente che hanno delegato.
Meglio degli uomini che hanno votato.
Meglio di chi non ha avuto niente da perdere a metterli in una simile situazione.
E meglio di me.
Oggi è stato un gran bel giorno.
La folle corsa verso la privazione dei diritti dei lavoratori si è interrotta, solo per un attimo certo, ma si è interrotta.
Si è interrotta e lo ha fatto con clamore.
Ed è un bene.
Oggi andrò a lavorare felice.
Sapendo che anche un solo, singolo, lavoratore che ha votato no per questo accordo è un uomo che non ha avuto paura e non ha chinato la testa.
E in un posto dove la parola "eroi" retoricamente si utilizza per ogni genere di figura io ho deciso che, per me, i soli veri eroi sono stati gli operai.
Quelli che come arma hanno usato una penna -a differenza di altri "eroi".
E hanno detto NO.
Come….?
Non hanno vinto i "no"?
Erano solo 2300 i no?
Beh, sono arrivati a pochi metri da un trionfo.
Ma non per questo sono stati meno grandi.
ZNetwork is funded solely through the generosity of its readers.
Donate