Padre Alex, conosce il campo in cui vive la ragazza rom accusata di aver rubato una bambina?
Sono almeno cinque i campi rom nel quartiere dove è successo il fatto, per cui non so dirlo con esattezza. Ma bisogna innanzitutto porre l’intera questione all’interno del quartiere Ponticelli. È da oltre un anno che parliamo di questa tensione tra cittadini napoletani e i rom di quel rione di Napoli, una situazione molto grave. I napoletani sono estremamente tolleranti, e aggressioni come quelle accadute ieri non sono usuali in città. C’è una spiegazione però, ed è che Ponticelli è un quartiere che sta soffrendo, è uno dei quartieri periferici di Napoli dove c’è molta sofferenza, molta sofferenza umana, che rischia di degenerare in una vera e propria guerra tra poveri. Mentre bruciava il campo stanotte sono stati arrestati due napoletani che erano entrati per rubare dei generatori. Bisogna tener conto della composizione sociale di Ponticelli. A questo bisogna aggiungere la situazione che si apre con il nuovo governo di destra. Se noi non mettiamo insieme le politche di Berlusconi, il nuovo pacchetto sicurezza presentato da Maroni…è un clima che si sta respirando grazie ai giornali, alla televisione. Basta un fiammifero, e scoppia tutto.
È vero, come dicono in molti, che i rom hanno un rapporto problematico con i bambini, che non rispettano la loro specificità, il loro esser bambini?
Qui siamo come nel mondo di favole in cui i comunisti mangiano i bambini. È vero che il popolo rom ha degli aspetti culturali che a noi sembrano strani. Io dico che dobbiamo avere rispetto di ogni diversità culturale. Purchè vengano salvaguardati i diritti fondamentali dei bambini. Molte inchieste sull’argomento poi si sono rivelate non vere, ma i giornali non hanno ritrattato. È chiaro che è molto facile in povertà essere tentati di usare un bambino, di prostituirlo. Io posso capire, le ho viste queste cose. Ma bisogna anche dire che non riescono a trovare lavoro, non ho mai visto una situazione così brutta per i rom come a Napoli. Mi ricordo che quando hanno buttato fuori i rom da Casoria (nel novembre del 2005, ndr) al prefetto di Napoli ho detto: «solo a Korogocho ho visto situazioni del genere, nella distruzione delle baraccopoli. Non mi sarei mai aspettato di vedere scene simili in Italia».
Diceva della difficoltà di trovar lavoro. Fin dove arriva la camorra?
Bisogna proprio tener presente la presenza della camorra. Lo stesso chiedere carità, lavare i vetri, devono passare attraverso il permesso della camorra. Perchè di nomadi a Napoli tra i rom ce ne sono pochi, queste sono persone che vogliono lavorare, inserisi, avere un posto dignitoso dove stare.
Ponticelli è un quartiere operaio e di sinistra. Come si spiega che ci sia la camorra? Come si spiegano i cori «la lotta è dura e non ci fa paura» mentre si va ad incendiare le baracche?
È la stessa cosa che è avvenuta con il voto operaio per la Lega e per Berlusconi. In una nazione come l’Italia che è diventata ricca, quello che si chiede prima di tutto è la sicurezza, la sicurezza a tutti i costi. La sicurezza per chi ha. Con questa ricerca di sicurezza si ritorna all’individuazione del capro espiatorio. Rom, e immigrati. Il pacchetto sulla sicurezza di Maroni è di una gravità estrema. Se c’è una cosa di cui i governi oggi hanno paura, è la gente che si sposta. Perchè non li possono controllare.
Ma il governo deve stare molto attento, perchè rischia di far scoppiare questo pogrom contro i rom, perchè sono ritenuti i grandi criminali del momento. Fatti fuori questi, noi saremo in pace, e avremo sicurezza. Ricordiamo che nei campi nazisti non sono morti solo gli ebrei, moltissimi erano rom. Fanno parte di tutto questo mondo che dev’essere fatto fuori. È gravissimo. Domani lo dirò in faccia al governo».
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