Schegge di follia.
Mi diletto nel gioco preferito della sinistra: la caccia ai colpevoli di casa nostra.
Non avendo un Berlusconi da adorare mi sento libero di criticare quello che viene passato.
Ovviamente lo faccio grazie a Repubblica.it.
L’unico giornale online che, anche quando il resto del mondo sembra aver perso il lume della ragione, continua a dirci che il PD sta andando bene e quasi quasi vince le regionali 13 a 0.
Il mio eroe è Bersani. E le sue grandi parole.
Capisco la sensazione che i voti, per i partiti, siano un diritto.
Ma forse stiamo andando oltre.
I voti del PD rubati da Grillo?
Secondo questo criterio, al posto di Bersani, me la prenderei anche con la Lega.
La sconfitta?
Colpa della Lega che ha rubato voti al PD.
Un tempo era tradizione dare la colpa alla sinistra estrema.
Adesso che è quasi sparita invece è colpa di Grillo.
I leader del PD mai che si interroghino sul fatto che forse, semplicemente, pacatamente (cit.), fanno schifo a fare
opposizione.
Mai che realizzino che la libera scelta nel voto non sia un ladrocinio.
E che non si parla di assegni in bianco ma di crediti a rendere.
Esercizio di umiltà da parte di Bersani sarebbe quello di confrontare i programmi elettorali di Grillo e quelli del PD.
Quelli di Rifondazione e quelli del PD.
Trovare delle sovrapposizioni di proposte è possibile.
Ma non certo frequente.
E allora forse, con stupore di un novello bambi, realizzerebbe che chi non lo vota semplicemente non lo vuole votare.
Non più.
In fondo Bersani involontariamente apre uno spiraglio di comprensione quando, per giustificare la disfatta, parla di un "CUPIO DISSOLVI".
Con una rara acrobazia nozionistica riesce a dire due stronzate al prezzo di una.
Attribuisce con stile tipicamente piddino la colpa a Grillo.
E lo fa con una capacità verbale straordinaria utilizzando gergo semplice davvero alla portata di tutti.
Non va sottovalutata, anche in una sconfitta così manifesta, la naturale incapacità di questa gente di comunicare con la base.
Mi immagino l’operaio FIAT (e come lui quasi chiunque altro)… Mentre torna a casa da lavoro, stanco, in auto (!) con la radio accesa e di cattivo umore per la sconfitta del PD. A un certo punto sente parlare di "Cupio Dissolvi".
Cosa fa? Appena arriva a casa cerca su internet il significato?
Consulta il dizionario?
Certo, è possibile.
Oppure è possibile che si faccia gli affari suoi ma gli resti la sensazione di essersi perso qualcosa.
Io non dico di votare gente che sia stata bocciata tre volte alla maturità solo per essere sicuri di capire cosa venga detto.
Ma non andiamo troppo oltre con le citazioni.
E’ un problema di forma?
Non lo credo.
E’ un difficoltoso rapporto con una base sempre più sfiduciata che nella forma comunicativa trova solo la sua zona emersa.
Il problema è duplice perché il non detto è ancora peggiore del detto male.
Ma non finisce qua.
«Il risultato elettorale? Non è una vittoria ma neanche una sconfitta. Il centrosinistra avanza»
Non è una sconfitta. (IPSE DIXIT)(!!!)
Perché se ci confrontiamo con le europee allora andiamo alla grande.
Il problema è se guardiamo le regionali.
Allora sentiamo la puzza di marcio.
Ecco perché tutta l’analisi di Bersani si concentra sulle europee.
Ma il nostro si spinge dove nessun uomo è mai giunto prima.
"Il voto alla Lega è un voto contro Berlusconi. Al Nord, gli elettori del centrodestra hanno un bello sfogatoio, credono di
votare contro Berlusconi e votano Bossi. Probabilmente lo fanno perché pensano che a un certo punto la Lega si smarcherà. Ma
mi sembra chiaro che quello è un voto contro il presidente del Consiglio".
Ho capito bene?
Ci dice che il voto per la Lega, almeno NELLA PERCEZIONE DEGLI ELETTORI, è un voto contro Berlusconi. E’ uno sfogatoio.
Ci dice anche il perché (probabilmente).
Non è capace di intercettare il sentire del suo elettorato ma ad interpretare quello della Lega ci riesce alla grande.
Ipotizzando che possa non avere torto eviterei comunque di fare speculazioni.
La consolazione?
Basta con questa politica del continuo aggredire il premier.
"Ogni tavolo che affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà al tavolo."
Alla fine l’amore ha trionfato.
Con buona pace di Bersani e Berlusconi.
Amen.
___________
Epilogo delle elezioni:
Adesso Berlusconi (ma non eravamo al tramonto della sua era?) è nuovamente in auge.
UBI MAIOR MINOR CESSAT.
Nel mentre, Bersani, vedendo il comportamento lesivo di Grillo, sembra aver mormorato: TU QUOQUE, BRUTE, FILI MI!
E Grillo, mostrandogli l’universalmente riconosciuto gesto dell’ombrello, pare abbia risposto : "IN HOC SIGNO VINCES"
Nel parapiglia qualcuno narra di aver scorto Bossi (sceglietevi voi quale dei due) declamare (apertis verbis): AB UNO DISCE
OMNIS.
Pezzota che di queste cose se ne intende (anche se non sappiamo quali siano queste cose) ha cercato di tagliare la testa al
toro affermando risoluto: ACTA EST FABULA, PLAUDITE!.
Bossi (junior) intuendo di essere davanti ad un momento di grande spessore culturale non ha saputo far niente di meglio che
tirare uno sganassone a Pezzota urlando: ALEA IACTA EST.
Di Pietro, che non si tira indietro, a questo punto è intervenuto con la forza: un colpo di karate sul collo di Renzo Bossi e
BADABAM (questo non è latino)…
ecco in terra, privo di sensi, l’idolo dei commissari d’esame.
Serafico, dopo aver riportato la calma… Tonino ha rammentato: DURA LEX SED LEX! Per aggiungere infine: FACTA NON VERBA.
Non posso dire cosa sia accaduto dopo perché lo sappiamo bene: OMNIA MUTANTUR.
Però, e su questo posso darvi la mia parola, al morire del giorno, verso il tramonto, sentendolo fischiettare ho visto andare
via Berlusconi… era di spalle e indossava un lungo cappotto e un cappello da Cow-Boy.
Forse mi sbaglio ma credo stesse canticchiando un motivetto del cantante Virgilio dal titolo:
Omnia vincit amor.
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