11 Agosto 2009
Grande giornata quella che offre spunti di gioia e divertimento.
Quando le menti illuminate che ci guidano mostrano di avere spessore tale da poter ribaltare il senso delle parole fino a portarci alla più profonda comprensione della Costituzione stessa.
Partiamo dalla dichiarazione di Frattini (in riferimento alla situazione in Afghanistan):
"(…) Credo sia sbagliato adattare alla partecipazione di un contingente come quello italiano le regole del codice militare di pace, perché ci possiamo trovare in condizioni in cui questa pace non deve essere soltanto mantenuta, ma portata perché pace non c'è."
Quando gli viene chiesto però di adottare il "codice di guerra" risponde:
"Non lo ripristinerei perché queste missioni hanno come obiettivo la pace anche se al momento non è la realtà"
Facciamo la guerra per la pace (!!!) ma non adottiamo il codice di guerra.
Ma neanche quello militare di pace (perché noi crediamo negli ossimori).
Come ci ricorda Frattini «parlare di una situazione di pace è come nascondersi dietro a un dito »
Non voglio immaginare quale dito.
Abbiamo fortunatamente una serie di opportunità:
abbiamo
il codice fiscale,
il codice di Hammurabi,
il codice civile,
il codice della strada,
il codice genetico.
E se andiamo su google qualcos'altro riusciamo certamente a trovarlo.
Dunque stabilito che le parole assumono diversi significati secondo le stagioni dell'anima (si chiama codice dell'anima, su google offre 230.000 risultati) dobbiamo adottare una strategia diversa.
Quale sia questa strategia resta da capire.
Anche se una mezza idea arriva piano piano…
"Dovremmo prevedere un codice sulle azioni e missioni che servono a creare la pace, ma non necessariamente si fanno soltanto con azioni civili. Anche con vere azioni militari."
Lo riscrivo: "ANCHE CON VERE AZIONI MILITARI".
Beh, io un codice per quel tipo di azioni lo avrei e potreste chiamarlo, tanto per dire, "codice di guerra"!!!
Così, giusto per fare un esempio.
Magari si potrebbe provare vergogna a dirlo.
Ma sarebbe, mi rendo conto dell'ardire, sarebbe forse più onesto.
Se non va bene così abbiamo dunque un nuovo codice: il codice di parra (pace/guerra).
La scelta di un simile nome è un suggerimento personale che auspico il ministro possa cogliere.
Questo protocollo ci permetterebbe di lanciare bombe sui villaggi sapendo che portiamo la pace.
Sono in tanti a piccarsi di saper distinguere tra peacemaker e peacekeeper.
E noi chi siamo per tirarci indietro?
Insomma.
Pacifisti no (non scherziamo, dai).
Pacificatori si.
I pacificatori possono usare il "Codice di Parra"
Ma come si fa a introdurre il nuovo codice senza una legge costituzionale?
"L'articolo 11 possiamo interpretarlo, quindi né cambiarlo né integrarlo."
Doppio salto mortale carpiato.
Il meglio dunque Frattini lo concede elaborando alcuni concetti legati all'articolo 11 della Costituzione (direbbero i saggi -idee poche ma confuse-):
"Dovremmo interpretare quel rifiuto alla guerra includendo anche le azioni propedeutiche al creare la pace"
Fortunatamente con il passare degli anni ci siamo dati una svegliata infatti:
"L'articolo 11 fu scritto quando si usciva dalla tragedia della guerra, è ovvio che sia stato molto semplice e chiaro. Nessuno nel '45 aveva in mente le attuali missioni di pace. Il mondo delle missioni in Libano e in Afghanistan non è quello dei nostri padri costituenti"
Appunto.
In fondo parlando di eventuali azioni militari ci viene detto che "Non sono azioni di pace, però la preparano"
E con questo non resta da aggiungere molto.
Sarebbe superfluo parlare di giustizia e legalità internazionale.
Quasi pleonastico visto che discutiamo dell'Afghanistan.
Nell'intervista in questione infatti tali parole non fanno capolino neanche per sbaglio.
Perché per Frattini è tempo di dire "basta alle ipocrisie".
Tranquillizziamoci però: il lucido e graffiante approccio offerto da Frattini all'interpretazione della Costituzione trova comunque delle ottime spalle.
Non parlo di La Russa, sarebbe troppo facile.
Faccio riferimento ai "fanti" del PD .
Roberta Pinotti, responsabile del Pd per la Difesa:
"Sulle missioni militari internazionali, La Russa ha ragione. Il codice di pace non basta più"
Come se il Corriere della Sera non fosse stato abbastanza chiaro ci pensa l'editoriale di Venturini a rassicurarci su alcuni concetti:
"In questo senso bene ha fatto il ministro La Russa a precisare (forse rispondendo ancora a Bossi) che l'Italia farà quel che farà l'Alleanza cui appartiene. Ed è anche positivo che Frattini e lo stesso La Russa, nelle interviste concesse al nostro Maurizio Caprara, abbiano proposto di elaborare uno specifico codice per le missioni all'estero senza trovare l'opposizione del Pd che in passato aveva assunto una iniziativa analoga."
La costituzione?
Il nostro eroe liquida il dubbio costituzionale esplorando i meandri della lingua italiana con un concetto difficilmente attaccabile: "Ovviamente non si tratta di contraddire la Costituzione, ma di prendere atto delle reali implicazioni che la presenza militare in Afghanistan comporta."
Beh, spiegata così la questione effettivamente non si pone.
In realtà sarebbe un ottimo approccio anche per dirimere tutti i dubbi costituzionali degli ultimi mesi.
Non è incostituzionale perché… OVVIAMENTE NON E' INCOSTITUZIONALE.
Chapeau!
Allora vediamo 'sto benedetto articolo che tanti problemi ci "procura" (Frattini apprezzerà lo sforzo di utilizzare parole che possano avere più significati)
Articolo 11 della Costituzione:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
Cosa potrebbe sfuggire in tutto questo?
Il verbo ripudiare è troppo forte?
Me ne rendo conto.
Proviamo ad utilizzare la parola "gradisce".
"L'Italia non gradisce la guerra"
Ancora troppo forte?
Perché non… "All'Italia la guerra piace poco".
No, ancora no.
Direi che sia troppo vincolante.
"L'Italia presta grande attenzione ai teatri di guerra e, nel rispetto dei popoli, si riserva di intraprendere le operazioni più opportune finalizzate a difendere i propri interessi"
Così mi suona credibile.
Dovrebbe piacere a Frattini.
Potremmo chiudere comunque l'articolo con un generico "viva la pace!" che rammenti al mondo che gli italiani sono brava gente.
Inoltre, visto che ci siamo, potremmo fare qualche ritocco.
Prendiamo l'articolo 7.
"Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.(…)"
Indipendenti?
Perché?
Sono amici.
"Lo Stato e la Chiesa cattolica sono amici di lunga data e si rispettano"
Suona meglio no?
"Una mano lava l'altra" sarebbe altrettanto valido.
Ma la mia preferita è questa.
Articolo 10:
"Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge."
Si, certo, capisco… il diritto d'asilo.
Io questo non lo interpreterei troppo.
Costituzione Ver. 2.0
Proviamo così:
"Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge."
"Se non lo blocchiamo prima"
http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html
E' tempo di finirla con le facezie:
Il rapporto stato/chiesa, il diritto d'asilo, il ripudio della guerra, i diritti inviolabili dell'uomo, il diritto al lavoro.
Comunque vada la Costituzione è stata calpestata talmente tante volte negli ultimi anni da aver assunto la connotazione di un tappetino sporco di escrementi.
E la voglia di ridere mi è passata da un pezzo.
Un testo di importanza fondamentale, motivo di vanto per un popolo e invidia di molti governi: ecco cos'è la costituzione.
Ma è soprattutto un testo che mira non tanto all'impossibile quanto semplicemente al giusto.
La giustizia. E' di questo che si parla. E non solo quella nei tribunali.
Basta questa ragione, ad alcuni, per interpretare la costituzione.
Fino a quando non sarà davvero possibile liberarsene.
http://www.zmag.org/blog/view/3551
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